DECRETO CURA ITALIA: REQUISIZIONI IN USO O IN PROPRIETÀ
Decreto-cura-italia-requisizioni-Nicola-Ibba

L’emergenza Covid-19 si sta diffondendo sempre di più nel nostro Paese e il Governo, per far fronte alla situazione di difficoltà economica nella quale rischia di trovarsi l’intera Nazione, ha emanato una manovra definita “poderosa” che stanzia 25 miliardi di euro

I poteri dello Stato

Il nuovo decreto prevede non solo pene per chi non osserva le disposizioni, ma anche aiuti economici, fiscali e finanziari alle famiglie, imprese e lavoratori disciplinando inoltre i poteri dell’autorità pubblica. In particolare, l’art. 6 del decreto è rubricato “requisizioni in uso o in proprietà”cioè disciplina i casi in cui l’amministrazione può prendere un bene che appartenga a un cittadino, senza che questo possa opporsi. Tra i beni che l’amministrazione può “requisire” rientrano:

  • beni mobili (requisizione temporanea non superiore ai sei mesi): 
  • beni immobili. 

Quali tipologie di beni?

Tra i beni mobili che possono essere requisiti per un breve periodo rientrano tutti i beni utili alle cure o alla prevenzione: mascherine, materiale medico chirurgico, equipaggiamenti vari. Infatti, nella norma si fa riferimento a “requisizione in uso o in proprietà di presidi sanitari o medico-chirurgici, nonché di beni mobili di qualsiasi genere occorrenti per fronteggiare l’emergenza sanitaria”.

Per i beni immobili, si dispone invece che la requisizione può essere disposta con riferimento ad alberghi, ovvero altri palazzi o locali che siano idonei ad ospitare pazienti e personale medico. L’intento è quello di aumentare il più possibile i posti disponibili per la cura dei contagiati, considerando che ormai il sistema sanitario è al collasso. Ovviamente, ai proprietari dei beni requisiti verrà corrisposta una somma di denaro a titolo di “indennità”, calcolata in base al valore del bene o ai giorni di requisizione.

La finalità

Questo potere attribuito all’amministrazione è simile ai provvedimenti di “espropriazione”, con cui il soggetto pubblico toglie la proprietà di un bene a un soggetto privato per “motivi di pubblica utilità”, sempre dietro il pagamento di un’indennità. Se ne distingue perché in questo caso la requisizione ha un termine.

Lo scopo è chiaro: in situazioni di “interesse pubblico” come l’emergenza che stiamo vivendo, vi è il bisogno di strutture e di mezzi che lo stato può non avere (o magari non sono sufficienti). In questi casi specifici si devono ottenere dagli stessi cittadini, poiché l’esigenza sanitaria ha la priorità e dunque giustifica il sacrificio dei diritti privati per far fronte ai problemi in cui si ritrova l’intero Paese.

Avv. Nicola Ibba 

Articoli recenti

LA PROROGA TECNICA DEI CONTRATTI PUBBLICI

LA PROROGA TECNICA DEI CONTRATTI PUBBLICI

Secondo l’ordinamento dei contratti pubblici di appalto per forniture, lavori e servizi è obbligatorio programmare per tempo i contratti che si andranno a stipulare. La durata dei contratti deve essere predeterminata e indicata nella documentazione di gara, chiamata...

I CRITERI DI AGGIUDICAZIONE DEGLI APPALTI

I CRITERI DI AGGIUDICAZIONE DEGLI APPALTI

La gara d’appalto viene disciplinata dall’insieme di regole presenti in un bando di gara che, secondo l’art. 64 del Codice, deve sempre contenere alcune informazioni essenziali. Tra queste informazioni deve necessariamente essere presente il criterio di aggiudicazione...

LA MODIFICA DEI CONTRATTI DURANTE LA LORO EFFICACIA

LA MODIFICA DEI CONTRATTI DURANTE LA LORO EFFICACIA

Come abbiamo visto in precedenza nell’articolo sulla revisione prezzi del contratto di appalto pubblico la disciplina è cambiata con il D.lgs. 50 del 18.4.2016. Il Codice dei contratti pubblici disciplina la materia degli appalti pubblici, anche se non sempre in modo...